ZAMPARINI, UN PADRONE COMBINA GUAI.


Tifosi inferociti e
confusione generale. Il colore rosanero del Palermo è nel pallone. Il
presidente Maurizio Zamparini, con il suo carattere irascibile
è riuscito a creare ansie, paure e reali presupposti di mancanza di lucidità
gestionale. Il suo Palermo è quartultimo in classifica e rischia seriamente la
retrocessione, tuttavia, il presidente rosanero continua a cambiare allenatore,
talora ogni due settimane. Un atteggiamento che non porta da nessuna parte,
anzi mette a libro paga numerosi allenatori che stipulano un contratto con la
società rosanero e poi, dopo l’esonero, vengono pagati a vuoto. Dopo l’ennesimo
allontanamento di Iachini, prima assunto, poi esonerato, e quindi richiamato e
ancora allontanato per effetto delle dimissioni dello stesso Iachini, adesso si
pensa a mettere sotto contratto Walter Novellino. Anche Ballardini, prima
chiamato a sedere sulla panchina dei rosanero e poi esonerato, ha declinato
gentilmente l’invito a ritornare ad allenare il Palermo. Una situazione
tragicomica che si dipana in più atti, esattamente come fosse una commedia; la
commedia del pallone rosanero. E dopotutto questo caos, il consiglio che
possiamo dare a Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, è quello di auto
esonerarsi. Comiche di un calcio che non esiste da nessuna altra parte del
mondo, che non giustificherebbe neanche la conduzione di una società di calcio
dilettantistica di terza divisione, altro che calcio di Serie A. Zamparini ha
cambiato 9 allenatori in 8 mesi. Figure di nuovi e vecchi allenatori che si
alternano come fossero ciliegie. Dici una e poi basta. E invece continui a
mangiarne, proprio come fossero ciliegie. Di questo presidente, sia il Palermo
che il calcio italiano, non ne possono più. “Meglio retrocedere”
dicono i tifosi inferociti, “almeno così
finisce questa farsa”. E, in effetti, di logico non c’è proprio nulla,
nella conduzione gestionale del Palermo calcio. Nulla che possa far prevedere la
continuità di un presidente che ha fatto più danni che cose buone. A parer
nostro, se la società si trova in questa posizione di classifica, l’unico
colpevole è proprio lui, il presidente Maurizio Zamparini, che non ha saputo
scegliere l’allenatore giusto cui affidare una squadra che, evidentemente, non
è stata costruita bene dal punto di vista tecnico. Abbiamo sempre pensato che
nel calcio non s’inventa nulla e, senza i presupposti di creare con i fatti un’organizzazione
e una programmazione capace e costruttiva, non vai da nessuna parte. La competenza
calcistica va oltre i proclami fatti attraverso le urla e i toni alti
sbandierati ai quattro venti. E’ finito il tempo del padrone che investe del
denaro e tutti devono sottostare al proprio volere. Qui, nel Palermo calcio, con
questo modo di agire, siamo lontani anni luce da quello che è il vero senso del
calcio moderno. Non serve l’arroganza e non serve neppure questo atteggiamento
atavico di un presidente, come Zamparini, che dà pure del “deficiente” all’allenatore
(Iachini), il quale è stato scelto proprio da lui stesso. Ma qual è a questo punto la
soluzione per far uscire dal tunnel un Palermo che sente avvicinarsi a grandi
passi lo spettro della retrocessione? Chissà, magari se Zamparini stesso decidesse
di sedersi in panchina, fare l’allenatore e poi esonerarsi, potrebbe essere un’idea?
O no?
Salvino
Cavallaro