96 SFUMATURE DI GRANATA


96 sono
i minuti complessivi della durata del match Roma – Torino (1’ di recupero nel
primo tempo e 5’ nella ripresa). Le sfumature sono quelle apparse di intenso
granata nel primo tempo, ma che poi sono diventate sbiadite ed evanescenti fino
a decolorarsi definitivamente. E’ la sintesi metaforica e cromatica di una gara
in cui il Torino non ha saputo essere cinico al momento opportuno, svuotandosi
poi di energie psico - fisiche con l’inizio del secondo tempo. Eppure, questa
sarebbe stata un’ottima occasione per risollevarsi in qualche modo dalle brutte
sconfitte subite nel derby e poi a Verona. Ma non è stato così. Nel primo
tempo, infatti, la Roma di Di Francesco
priva degli squalificati Dzeko, Fazio e di Perotti tenuto volontariamente in panchina in vista della partita di
ritorno di Champions contro lo Shakhtar
Donetsk, è apparsa confusa nel gioco e insicura nelle iniziative d’attacco,
soprattutto con i deludenti Schick e
El Shaarawy. Il Torino, invece, si è
dimostrato sufficientemente volenteroso nell’approfittare di una situazione
propizia e forse pure inaspettata. Ma un po’ la mancanza di mentalità cinica e
un po’ per le straordinarie parate di Allison,
il quale si è reso protagonista sui tiri di Iago Falque e Acquah,
hanno fatto sì che i granata spegnessero la luce proprio all’inizio della
ripresa. La Roma, dopo essere stata strigliata negli spogliatoi dal suo tecnico
Di Francesco, ha iniziato il secondo
tempo con vero cipiglio e veementi azioni d’attacco. Così, sugli sviluppi di un
calcio d’angolo battuto da Florenzi,
all’11’ Manolas con un colpo di
testa supera Sirigu. Questo gol
accende di furore i capitolini, i quali prima raddoppiano con De Rossi al 28’ e poi triplicano il loro
vantaggio con Pellegrini.
Ma il Toro dov’è andato a finire? E’
scomparso letteralmente da tutto e da tutti. E come se non bastasse, al 23’ Mazzarri ha fatto pure danno nel
sostituire proprio Iago Falque che è
stato il miglior giocatore del Toro, con un Niang apparso assolutamente evanescente. Poi anche De Silvestri è stato sostituito per
infortunio da Barreca, mentre Acquah ha lasciato il posto a Edera. Ma sono stati i cambi di chi non
sa più che fare, talmente la squadra granata si è sciolta come neve al sole. E
adesso per il Toro si conta pure la terza sconfitta consecutiva in una
situazione di assoluta confusione, in cui ci si comincia a chiedere che senso
abbia tutto questo. L’arrivo di Mazzarri
ha illuso in un cambiamento positivo, ma a parte un inizio fortunato, oggi non
si ha più modo di credere nel suo progetto tattico. Belotti è purtroppo l’ombra di quello che è stato, Niang sembra sempre avulso dal gioco di
squadra, mentre il centrocampo granata resta sempre incompiuto e alla ricerca
di ciò che forse non c’è. Volenteroso Iago
Falque e persino ammirevole per sforzo profuso è stato Rincon, duro e talora anche cattivo per interventi fatti non con la
necessaria scelta di tempo. Ma il centrocampo della Roma è stato superiore ai
granata, i quali con Baselli, Acquah e Berenguer, non hanno saputo costruire la diga necessaria per
intralciare la propulsione d’attacco degli avversari. La pochezza di possesso
palla dimostrata nel secondo tempo, è stata parimente insufficiente anche nel non
possesso. Ma il mali del Toro risalgono sempre da
lontano, e il presidente Cairo adesso è al centro di questa disfatta granata. Dimostri
una volta per tutte di spendere del denaro e costruire una squadra degna di
tale nome. Ma che senso ha avuto la cessione di Zappacosta (30 milioni di euro)
e Benassi (10 milioni di euro), quando si sa da sempre che una squadra di
calcio senza lo zoccolo duro non può andare da nessuna parte. D’accordo, è
importante far quadrare il bilancio, ma il Torino non può vivacchiare sempre in
una zona di classifica anonima. E per favore si faccia in modo di non parlare
più di Europa, perché sarebbe come illudere ancora una volta i sostenitori
granata che non meritano di incassare queste reiterate e cocenti delusioni. Adesso
il Toro ha il dovere di dimostrare la resilienza di gruppo. La Fiorentina
incombe al prossimo turno in casa granata. C’è bisogno di una reazione
immediata. Si scuota questo Toro, una volta per tutte.
Salvino
Cavallaro