COSA SAREBBE IL TORO SENZA BELOTTI?


E’ la domanda che circola con insistenza in
casa granata. Il presidente Cairo dichiara che attorno al gallo costruirà il
Toro del prossimo anno. Un investimento promesso, cui stentiamo di credere per
tante ragioni. In primis, se il ragazzo andrà in Premier League come pensiamo, guadagnerà
sicuramente più di quanto possa offrire Cairo. E poi c’è da considerare la
legittimità di un miglioramento professionale e d’immagine per la
partecipazione alle coppe europee; cosa che il Toro non può garantire. 22 gol
in campionato, sono tali da dargli il titolo momentaneo di capocannoniere.
Andrea Belotti è un giocatore capace di sradicare il pallone dai piedi dell’avversario.
Corre, rincorre, pressa in maniera indemoniata, fa e subisce molti falli, vede
la porta come pochi altri e segna con estrema facilità. Egli è il prototipo del
calciatore moderno, con fattezze antiche di ragazzo perbene, educato, rispettoso
dell’avversario, mai violento anche se grintoso. Conquistano ancora le sue
dichiarazioni di affetto verso il Torino che gli ha dato la notorietà, che ha
scoperto in lui la forza del grande calciatore che forse neanche lui conosceva
di se stesso. E poi questo legame sincero con il pubblico granata che sa di lealtà
disarmante. Mai una parola detta sopra le righe, mai sentito parlar male di
questo o quel compagno, di questo o quell’avversario. Andrea Belotti è così, una
cresta che non ha e una mano che la imita ogni volta che fa gol. Lui è il
gallo, ma non è capace di pavoneggiarsi, di tirarsela, consapevole com’è della
sua fortuna di fare un mestiere che adora, mentre tanti giovani come lui
lottano per conquistare un posto nella vita. Egli incarna perfettamente i
valori del capitano di una squadra e una maglia gloriosa come quella del Torino.
Eppure, il gallo dice che deve ancora crescere e imparare tante cose del calcio,
come ad esempio saper tirare i rigori con freddezza, visto che ne ha già sbagliati
abbastanza. E allora ci si chiede cosa potrebbe essere questo Torino senza il
suo gallo. Ben poca cosa, diciamo noi! Perché Belotti è l’anima di una squadra
mediocre, dove soltanto lui riesce a far alzare l’asticella di un valore che di
fatto è globalmente insufficiente per aspirare a grandi traguardi. Avere
segnato tutti questi gol su azione e neanche uno su rigore, in una squadra come
il Toro, vuol dire averne segnato almeno 5 o 6 di più in una qualsiasi altra squadra
al vertice del campionato. Per questo si ha bisogno di riflettere a lungo sulla
sua cessione (a parer nostro inevitabile) e potere investire davvero sulla
squadra, quella montagna di denaro che la clausola rescissoria apporterà nelle
casse del Torino. Così com’è, con un gallo in meno, il Toro si accontenterebbe
di vivacchiare tristemente senza stimoli. Si scelga dunque la strada da
seguire, Toro grande o mediocre? Ai posteri l’ardua sentenza.
Salvino
Cavallaro