FEDERICO COPPITELLI, ENFANT PRODIGE DEI NUOVI TECNICI ITALIANI


Federico
Coppitelli allenatore della squadra Primavera del Torino è
la vera scommessa del responsabile del Settore Giovanile Massimo Bava. Sì, perché fin dal 1° luglio 2016 in cui gli ha riposto
la fiducia per il dopo Longo, non ha mai smesso di credere in lui. Classe 1984,
Federico Coppitelli predilige il
modulo 4-2-3-1 rivedibile con le caratteristiche tecniche dei suoi giocatori,
ed ha spiccate doti professionali che ben si intersecano alle aspirazioni del
Torino. Ha allenato i giovani del Fascati, poi è andato al Frosinone, alla Roma
e dall’anno scorso siede sulla panchina della Primavera granata. E’ l’enfant
prodige dei tecnici italiani, una figura che lo mette in prima fila tra i più
promettenti conoscitori del football giovanile d’Italia. Riflessivo, sempre
attento a dare risposte concrete, mister
Coppitelli ci appare come personaggio non adatto a fare voli pindarici, ma,
al contrario, è persona equilibrata che sposa la cultura del lavoro, associando
l’armonia di fattiva collaborazione con il suo staff e tutti i ragazzi che compongono
la sua squadra. Sembrava destinato a fare il grande salto tra i professionisti sostituendo
Roberto Stellone, invece all’ultimo
momento il Frosinone gli ha preferito l’esperienza di Pasquale Marino, liberando di fatto il suo tecnico più giovane.
Questo episodio non ha inficiato alcuna delusione in Coppitelli, il quale, al contrario, ha continuato il suo percorso
professionale con la lena di chi sa costruire il proprio lavoro attraverso il
sacrificio e il sentire di una passione che è l’emblema di ogni cosa. Con lui
ci siamo incontrati all’Hotel “La
Bussola” di Milazzo in provincia di Messina, dove si trova con la sua
squadra per partecipare al 3° Memorial “Marco
Salmeri”, triangolare di calcio organizzato dall’Associazione Culturale
Teseo con la partecipazione del Merì e dell’Acireale. Abbiamo così approfittato
dell’occasione, per intervistarlo e conoscerlo più da vicino come allenatore e
come uomo.
Mister
Coppitelli, quale significato ha per lei essere l’allenatore della Primavera
del Torino?
“Per me è sicuramente un punto
di arrivo, visto che era un obiettivo che mi ero prefissato di raggiungere fin
dai tempi in cui ho allenato nei vari settori giovanili dei dilettanti. Per chi
come me siede sulla panchina della Primavera di una delle più importanti
società calcistiche d’Italia, non può essere che una grande soddisfazione nel
tentativo di raggiungere campionati ancora più importanti. Ma in questo momento
sono davvero molto felice di questa posizione.”
Per
la sua squadra, quali sono gli obiettivi da raggiungere nel prossimo campionato
2017’18?
“Penso che la Primavera abbia
il doppio compito di preparare i giocatori al calcio dei grandi. Naturalmente
mi riferisco alla Serie A, ma anche alla Serie B e alla Lega Pro. Poi c’è anche
l’obbligo di fare i risultati che la nostra gloriosa maglia richiede. Da
quest’anno la nuova riforma dei campionati prevede un impegno maggiore, perché
ci troveremo a confrontarci con il meglio delle società del calcio italiano.
Siamo consapevoli dell’importanza di fare bene, ed è per questo che ci stiamo
preparando in maniera adeguata.”
Nella
sua squadra ci sono giocatori capaci di garantire il presente e un prossimo
futuro di qualità?
“Stiamo provando giocatori nati
nel 2000, mentre per ogni fascia d’età abbiamo alcuni giocatori nazionali. Mi
auguro che tra questi ragazzi ci sia la possibilità di entrare a far parte del
calcio che conta, perché le premesse ci sono davvero tutte.”
Oggi
vi trovate a Milazzo in provincia di Messina, per partecipare al 3° Memorial
Marco Salmeri. Che significato ha per voi, onorare questo evento sportivo
siciliano?
“Ritengo che sia un’occasione
importante per provare e conoscere meglio alcuni giocatori che alleno.
Nonostante le difficoltà dovute alla lunga distanza, per noi è un onore essere
stati invitati in questa splendida terra di Sicilia e in una Milazzo che
annualmente ricorda Marco Salmeri, giovane calciatore scomparso in tragiche
circostanze. La società ha voluto fortemente la nostra presenza a questo torneo,
e noi cercheremo di onorarlo nel migliore dei modi.”
Tutto
ciò fa veramente onore al Torino che, nonostante il lungo viaggio per
raggiungere Milazzo, si è reso disponibile.
“Sì, come dicevo pocanzi, il
Torino ha anche rinunciato la sua partecipazione ad altri tornei per essere
presente a questo triangolare di calcio. Personalmente sono molto contento di
fare questa esperienza assieme ai miei ragazzi.”
Alla
fine del mese di agosto avrete l’impegno annuale con il torneo “Mamma Cairo”.
Siete pronti ad affrontarlo con il giusto impegno?
“Questo è un torneo che ci sta
particolarmente a cuore perché tocca i sentimenti del nostro presidente. Ed è
per tale motivo che ci stiamo preparando a dovere, con l’impegno di fare bella
figura.”
Ieri
abbiamo visto la squadra passeggiare sul lungomare Garibaldi di Milazzo. Molti
sono stati i curiosi e anche i tifosi che hanno ammirato i ragazzi nella loro
compostezza. Qual è stata la vostra prima impressione di questa città?
“Milazzo è una bella città di
mare che ha dalla sua parte il vanto di una storia culturale non indifferente.
Sono molto contento che i miei ragazzi facciano questa esperienza sotto
l’aspetto culturale e anche sportivo. Tutto serve per conoscere, crescere e
maturare.”
Per
finire mister Coppitelli. Qual è il suo sogno chiuso nel cassetto, vista la sua
giovane età e la preparazione professionale che la rende interessante agli
occhi di tanti media e agli addetti ai lavori?
“ In dieci anni di carriera di
allenatore ho condiviso tante gioie e fatto molteplici esperienze che hanno
arricchito il mio percorso professionale. Ho allenato tanti ragazzi e ho avuto
la fortuna di vincere quattro scudetti tra dilettanti e professionisti e oggi sono
arrivato tra le più importanti società giovanili d’Italia. Diciamo che il mio
primo sogno l’ho già raggiunto e non nascondo ancora l’altro desiderio di
potermi confrontare un giorno con il calcio dei grandi. Tuttavia non ho fretta
perché ho tanta voglia di fare bene con questi ragazzi, ripagando tutta la
fiducia che il Torino ha riposto su di me. Passo dopo passo, così come sono
stato abituato a fare, continuerò a percorrere la mia strada senza voli
pindarici ma nella consapevolezza di lavorare con impegno, dedizione, senso di
appartenenza e serietà. In futuro si vedrà.”
Salvino
Cavallaro