TORINO, ESEMPLARE L’ATTEGGIAMENTO CORAGGIOSO DI MIHAJLOVIC


Il pareggio tra Torino e Lazio, mette in evidenza il tecnico granata e la sua voglia di cambiamento.
tempo: 47ms
RSS
Torino Stadio Grande Torino, 24/10/2016 -


Prima di iniziare la nostra analisi sulla partita tra Torino e Lazio, ci piace rilevare in primis il mutamento di mentalità granata che noi riteniamo epocale, grazie al suo allenatore Sinisa Mihajlovic. Infatti, al 34’ della ripresa, quando ancora il risultato era sull’1 a 1, il tecnico serbo ha avuto il coraggio di inserire un’altra punta (Maxi Lopez) togliendo un centrocampista (Benassi), cambiando l’assetto tattico in un 4-2-4 che dava il chiaro messaggio di volere vincere la partita. Certo, la mossa dell’allenatore granata è stata ad alto rischio, in quanto avrebbe potuto significare anche il pericolo di perdere. Tuttavia, ci piace ammirare il coraggio del tecnico serbo, che a un certo punto della gara ha saputo rischiare e capire che quella poteva essere l’occasione per alzare l’asticella di un Torino che ambisce giustamente ai piani alti della classifica. Ecco, secondo noi, questo tipo di mentalità è totalmente nuova in casa granata, storicamente protesa verso un atteggiamento di antica moderazione che l’ha sempre messa in una posizione di lunghe e insopportabili attese di crescita. Oggi, invece, con un reparto giocatori di ottima qualità tecnica, il Torino sta crescendo proprio in quella parte di pensiero calcistico che per lunghi anni della sua storia l’ha inibita, ridimensionandone la sua grande storia. E, tenuto conto di tante difficoltà del passato, pensiamo davvero che questa crescita propulsiva che il tecnico serbo sta dando a una squadra e a una società che aveva bisogno di autostima nel ritenersi consapevolmente capace di mettersi a livello delle più forti squadre d’Italia, diciamo che è un grosso punto di partenza. Dunque, grande merito a Sinisa Mihajlovic, per il coraggio da condottiere capace di rischiare a sue spese, Detto questo, passiamo ad analizzare il match con la Lazio finito con il risultato di 2 a 2. Il Torino è stato superiore ai biancocelesti nella prima parte della gara, mentre nel secondo tempo c’è stato un ritorno della squadra di Inzaghi. Il Torino si presenta con il 4-3-3 che giustifica il credo calcistico di Mihajlovic, con Hart in porta, Zappacosta e Barreca esterni, Rossettini e Castan al centro della difesa, Benassi, Baselli e Valdifiori a centrocampo, mentre in avanti Iago Falque, Belotti e Ljajic rappresentano il punto di forza della squadra granata. I biancocelesti di Inzaghi rispondono con una difesa composta da Marchetti, Basta, Wallace, Hoedt, Patric, poi Lulic, Parolo e Cataldi, mentre in attacco viene schierato Immobile (fischiatissimo da tutto lo stadio Grande Torino), Felipe Anderson e Keita. Parte subito forte il Toro che mette in mostra frenesia e caparbietà nel produrre un pressing alto, molto efficace nel mettere in difficoltà la squadra di Inzaghi. Al 20’ i granata vanno in vantaggio con Iago Falque, che sfrutta un cross pennellato da Zappacosta. La Lazio cerca subito di ribattere, alzando il suo baricentro di centrocampo e offrendosi al rischio delle ripartenze in contropiede del Torino. Tuttavia, nulla accade di concreto e la prima parte della gara si chiude con il vantaggio del Toro. Nella ripresa, la Lazio entra in campo più convinta e determinata di quanto avesse fatto all’inizio della gara, mentre il Toro assume un atteggiamento (forse non voluto, ma costretto dall’avversario) più attendista e meno offensivo. Al 12’ Inzaghi cambia Basta con Djordjevic con il chiaro intento di offrire a Immobile una concreta spalla offensiva. E, proprio nel momento in cui la gara è apparsa più equilibrata, al 26’ la Lazio raggiunge il pareggio con Immobile che, lasciato troppo libero in area di rigore da Zappacosta, in mezza rovesciata fulmina l’incolpevole Hart. Al 34’ Inzaghi cambia ancora; entra Murgia per Keita, mentre Mihajlovic toglie Benassi per Maxi Lopez. Al 39’ la Lazio va in vantaggio con Murgia, il quale lasciato solo in area di rigore dalla difesa del Toro, segna di testa. A questo punto il Toro non ci sta e si butta in avanti con foga sanguigna, grazie anche all’aiuto del pubblico granata che produce un tifo infernale. Così, dopo tanti attacchi, la squadra di Mihajlovic raggiunge il pareggio al 90’, grazie a un calcio di rigore trasformato da Ljajic a seguito di un mani in area di Parolo. Dunque, un pareggio tutto sommato giusto, che lascia le due contendenti nei piani alti della classifica. Ottima la squadra di Inzaghi che ci è parsa migliorata rispetto all’anno scorso, mentre il Toro di Mihajlovic deve continuare il suo processo positivo di cambio di mentalità, che il tecnico serbo sta impartendo in maniera esemplare.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro