TORINO, ESEMPLARE L’ATTEGGIAMENTO CORAGGIOSO DI MIHAJLOVIC


Prima di iniziare la nostra analisi sulla
partita tra Torino e Lazio, ci piace rilevare in primis il mutamento di
mentalità granata che noi riteniamo epocale, grazie al suo allenatore Sinisa Mihajlovic. Infatti, al 34’
della ripresa, quando ancora il risultato era sull’1 a 1, il tecnico serbo ha
avuto il coraggio di inserire un’altra punta (Maxi Lopez) togliendo un
centrocampista (Benassi), cambiando l’assetto tattico in un 4-2-4 che dava il
chiaro messaggio di volere vincere la partita. Certo, la mossa dell’allenatore
granata è stata ad alto rischio, in quanto avrebbe potuto significare anche il
pericolo di perdere. Tuttavia, ci piace ammirare il coraggio del tecnico serbo,
che a un certo punto della gara ha saputo rischiare e capire che quella poteva
essere l’occasione per alzare l’asticella di un Torino che ambisce giustamente
ai piani alti della classifica. Ecco, secondo noi, questo tipo di mentalità è
totalmente nuova in casa granata, storicamente protesa verso un atteggiamento
di antica moderazione che l’ha sempre messa in una posizione di lunghe e
insopportabili attese di crescita. Oggi, invece, con un reparto giocatori di ottima
qualità tecnica, il Torino sta crescendo proprio in quella parte di pensiero
calcistico che per lunghi anni della sua storia l’ha inibita, ridimensionandone
la sua grande storia. E, tenuto conto di tante difficoltà del passato, pensiamo
davvero che questa crescita propulsiva che il tecnico serbo sta dando a una
squadra e a una società che aveva bisogno di autostima nel ritenersi consapevolmente
capace di mettersi a livello delle più forti squadre d’Italia, diciamo che è un
grosso punto di partenza. Dunque, grande merito a Sinisa Mihajlovic, per il
coraggio da condottiere capace di rischiare a sue spese, Detto questo, passiamo
ad analizzare il match con la Lazio finito con il risultato di 2 a 2. Il Torino
è stato superiore ai biancocelesti nella prima parte della gara, mentre nel
secondo tempo c’è stato un ritorno della squadra di Inzaghi. Il Torino si
presenta con il 4-3-3 che giustifica il credo calcistico di Mihajlovic, con Hart
in porta, Zappacosta e Barreca esterni, Rossettini e Castan al centro della
difesa, Benassi, Baselli e Valdifiori a centrocampo, mentre in avanti Iago
Falque, Belotti e Ljajic rappresentano il punto di forza della squadra granata.
I biancocelesti di Inzaghi rispondono con una difesa composta da Marchetti, Basta,
Wallace, Hoedt, Patric, poi Lulic, Parolo e Cataldi, mentre in attacco viene
schierato Immobile (fischiatissimo da tutto lo stadio Grande Torino), Felipe
Anderson e Keita. Parte subito forte il Toro che mette in mostra frenesia e
caparbietà nel produrre un pressing alto, molto efficace nel mettere in
difficoltà la squadra di Inzaghi. Al 20’ i granata vanno in vantaggio con Iago
Falque, che sfrutta un cross pennellato da Zappacosta. La Lazio cerca subito di
ribattere, alzando il suo baricentro di centrocampo e offrendosi al rischio
delle ripartenze in contropiede del Torino. Tuttavia, nulla accade di concreto
e la prima parte della gara si chiude con il vantaggio del Toro. Nella ripresa,
la Lazio entra in campo più convinta e determinata di quanto avesse fatto all’inizio
della gara, mentre il Toro assume un atteggiamento (forse non voluto, ma
costretto dall’avversario) più attendista e meno offensivo. Al 12’ Inzaghi
cambia Basta con Djordjevic con il chiaro intento di offrire a Immobile una
concreta spalla offensiva. E, proprio nel momento in cui la gara è apparsa più
equilibrata, al 26’ la Lazio raggiunge il pareggio con Immobile che, lasciato
troppo libero in area di rigore da Zappacosta, in mezza rovesciata fulmina l’incolpevole
Hart. Al 34’ Inzaghi cambia ancora; entra Murgia per Keita, mentre Mihajlovic
toglie Benassi per Maxi Lopez. Al 39’ la Lazio va in vantaggio con Murgia, il
quale lasciato solo in area di rigore dalla difesa del Toro, segna di testa. A
questo punto il Toro non ci sta e si butta in avanti con foga sanguigna, grazie
anche all’aiuto del pubblico granata che produce un tifo infernale. Così, dopo
tanti attacchi, la squadra di Mihajlovic raggiunge il pareggio al 90’, grazie a
un calcio di rigore trasformato da Ljajic a seguito di un mani in area di Parolo.
Dunque, un pareggio tutto sommato giusto, che lascia le due contendenti nei
piani alti della classifica. Ottima la squadra di Inzaghi che ci è parsa
migliorata rispetto all’anno scorso, mentre il Toro di Mihajlovic deve
continuare il suo processo positivo di cambio di mentalità, che il tecnico
serbo sta impartendo in maniera esemplare.
Salvino
Cavallaro